venerdì, gennaio 28

Lavoro

Riguardo al "Degrado del valore del lavoro, che contribuisce a renderlo più precario, più dequalificato".

(...) La distanza rispetto al lavoro concreto si amplia man mano che l'immaginario sociale - fatto di individualismo e deistituzionalizzazione - guadagna terreno e lascia ciascuno solo, alle prese con l'organizzazione e i suoi rappresentanti.
La diluizione dei sostegni istituzionali la si avverte attraverso diversi segnali: l'indebolirsi delle gerarchie a vantaggio dell'instaurarsi di rapporti tra "uguali" all'interno dei quali vengono definiti obiettivi comuni, la decentralizzazione delle strutture e l'avvio di unità autonome o di gruppi di progettazione in cui le responsabilità e i poteri si moltiplicano e si confondono, la valorizzazione della convivialità, l'allargarsi delle aree in cui ci si dà del tu, la confusione tra lavoro e vita privata, e infine l'inversione dei ruoli che consiste nel far credere ai salariati che hanno raggiunto finalmente la libertà di decidere.

Il mito di una unione fraterna non riesce a nascondere le deffierenze di interesse, di responsabilità, di funzione, degli uni e degli altri. Non copre la violenza dei rapporti competitivi.
Questi cambiamenti favoriscono lo sviluppo di relazioni d'impresa di tipo duale, non mediati e privi di punti di riferimenti a quella terza parte (la legge, il collettivo di lavoro, ...) che permette la presa di distanza, il pensiero critico. Questi sistemi di rappresentazione tendono a nascondere ciò che è al centro dell'esperienza del lavoro: la ricerca della nostra umanità, all'incrocio di esigenze pulsionali, esistenziali e di determinismi sociali.

(Dominique Lhuilier)

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