Isabella on her toes, Nan Goldin, 2003 |
La Versilia profuma di ricchezze effimere e piaceri proibiti.
Di crema solare, sabbia rovente e salsedine.
Di ricordi.
Quando l’ora d’oro stava per scattare i più si ritiravano e noi ci avvicinavamo alla battigia, eravamo i padroni della spiaggia.
Le nostre ombre diventavano giganti che restavano con noi a godersi quelle serate infinite.
La sabbia era calda e accogliente, vi immergevo i piedi per assaporare il tepore residuo di una giornata felice.
In quel punto le conchiglie erano di tutte le forme e dimensioni, ma io avevo smesso di raccoglierle, mi ero abituata alla loro bellezza.
È su quella spiaggia che il papà mi ha insegnato a tuffarmi tra le onde.
Anche quando erano più alte di me e gli altri bambini stavano a giocare con la sabbia, al sicuro.
Se un’onda ti travolge basta non agitarsi e assecondarne il moto per riemergere.
Poi, quando arrivi abbastanza al largo, le onde diventano docili, puoi saltarle come si salta la corda o fare il morto.
In pochi osavano entrare in acqua e noi li vedevamo tutti da lontano.
Stavamo in mezzo al mare per ore intere.
Solo io e il papà sapevamo domare le onde.
È il nostro segreto.