venerdì, novembre 26

Il fatto che a Milano, in un ristorante che sarà stato sicuramente pulcioso qb, proprio un imprenditore si sia preso la briga di aggredire, insultare e minacciare quel magnaccio di Emilio Fede, mi sembra il più importante segno dell'avvento di nuovi tempi da che posso ricordare.

giovedì, novembre 25

Ieri sera non ho trovato proprio nulla di meglio tornando a casa, che contare i passi dalla stazione a casa mia: ebbene, sono 1000.

domenica, novembre 14

Brescia, novembre 2010

Personalmente sono solidale ai ragazzi che stanno sulla gru ormai da 15 giorni.
Manifestano contro lo Stato italiano che, previo pagamento di un indennizzo di almeno 439 euro, aveva previsto con la Sanatoria del 2002, per colf e badanti la possibilità di regolarizzarsi e ottenere il permesso di soggiorno. Qualcuno ha pagato anche 8mila euro.

Non è vero che ci siamo tutti, sulla gru.

sabato, novembre 13

Da qualche parte verso la fine, Diana Athill

Mia nonna, verso la sua fine, chiese ai suoi figli se le avessero potuto comprare un computer.
Diana Athill ad ottantanove anni scrive un'autobiografia vivace e poco leziosa, al contrario: pragmatica, disincantata, intelligente.
("Peccare di sintesi era sempre meglio che peccare di prolissità.")
Editrice ai massimi livelli, londinese, senza figli e (quasi) senza rimpianti, mi è piaciuto leggere un libro che non proponesse alcun algoritmo per campar cent'anni.

Nota a piè pagina: il giardinaggio visto come un ciclo completo, delicato, che necessita cure e che si conquista.

venerdì, novembre 12

Prima che sia notte, Reinaldo Arenas

Prima che sia notte perchè Arenas, scrittore e omosessuale sotto il regime castrista, diviene presto un perseguitato in perenne bilico tra l'Occidente ipocrita e Cuba senza futuro. L'unica cosa che gli rimane (oltre ad una serie interminabile di randez vous piuttosto volgari e dettagliati) è scrivere la sua struggente autobiografia febbrilmente, in esilio, su mezzi di fortuna, come può e quando riesce, finchè c'è chiaro, prima che sia notte.
Chet Baker sul treno la mattina prestissimo.

sabato, novembre 6

A proposito di Cannes

"Cannes è una donnetta che dimostra più dei suoi anni, e fa due o tre robette al giorno, non di più, ma sa farle valere con tanti lezi e graziette da poterne vivere più che bene. I colori sono sempre quelli delle cartoline. La gente moltissima. La temperatura buona.
Cannes: gli americani con la barba e la pancia massaggiano le donne con l'olio di noce sui materassini del Carlton Beach; e i campeggiatori mangiano le pesche sulle salviette di spugna a righe. Qui già nei couplets dei locali notturni si mescolano i miliardari, o congès payès e le tantes di provincia. Parrucche bionde, muscoli arrossati, piedi sporchi dentro espadrillas logore. Pasti furtivi coi biscotti del "Monoprix". Qui i soldi risparmiati per tutto l'inverno se ne vanno in breve dietro il primo grosso vitello che si presenta con le maniche corte e i capelli sulla fronte. Gambe d'ogni qualità, pioggia di cui ci ostiniamo a non prendere atto. "Avenue des Phalènes", "Boulevard des Hespèrides", "Villa Les Lotus", "Villa Chrysis", e da queste a "Villa Colibri"..."

(Alberto Arbasino, Le Piccole Vacanze, 1957)

E' inutile dire che i remake odierni sul tema sono ridicoli, oggi siamo tutti ricchissimi: alquanto inverosimile, oltre che grottesco.

Le piccole vacanze, Alberto Arbasino, 1957

L'autore torna in voga proprio in questi giorni per un suo importante carteggio con Luciano Anceschi, critico e, nel 1956, fondatore della rivista letteraria milanese "il verri" .
Uno stralcio: "Mi viene voglia di fare il sindacalista della letteratura, in difesa della letteratura, come quando vedo nel romanzo di De Carlo una medesima immagine (che si perpetua) dei letterati italiani quali meschini burocrati traffichini ormai ai margini anche della televisione... e come se la letteratura consistesse proprio in questo: racconto della propria mediocrità, e interviste come telefonate in portineria..."


Le Piccole Vacanze è una raccolta di racconti: Distesa Estate; Luglio, Cannes; Agosto, Forte dei Marmi; Racconto di Capodanno.
E' profumata, sa di Italia a colori sgargianti del primo e più frivolo dopoguerra.