lunedì, novembre 7

La gallina da A+

Una direttiva europea del 2003 prevederebbe che le galline non vengano più crudelmente allevate in batteria, bensì in gabbie più vivibili (ma non troppo), solo leggermente più spaziose.
Ovviamente, mentre l'Inghilterra pioniera si è già adeguata investendo, in Italia si sta temporeggiando tentando di aggrapparsi ad improbabili scappatoie. La polemica incalza anche perché lo scenario più probabile, ora, è quello che vedrà certi produttori economicamente avvantaggiati, rispetto a quelli che hanno optato per migliorare le condizioni di vita delle bestie, costrette, a loro volta, a ritmi di produzione insostenibili.
La modalità di allevamento è indicata mediante un codice sul guscio dell'uovo, da 0 (che significa allevamento biologico) a 3 (allevamento in gabbia, le meno indicate) è un po' come quando un'agenzia di rating internazionale etichetta un paese e la sua produttività come scarsamente affidabile, mentre noi, nelle nostre gabbiette ordinate, lavoriamo come matti per mantenere il paese e il suo debito.
Concentro la mia attenzione sulle galline, perché sono le protagoniste innocenti dell'inefficienza del sistema giuridico, ostaggi dell'economia di scala e vittime, anche loro, della politica dell'interesse personale.

E' il consumo consapevole che ci distingue dalla gallina. Uova e latticini, ma anche governatori; il male minore è quello che scegli consapevolmente.

Nessun commento:

Posta un commento