Il titolo si riferisce alla polemica di Luchino Visconti contro i critici che si assopiscono durante gli spettacoli teatrali, alla quale Flaiano risponde rivendicando il sacrosanto diritto di addormentarsi a teatro, argomenta la sua opinione descrivendo lo stato in cui cadiamo nel passare dalla veglia al sonno, quei momenti in cui sembra di afferrare la nostra condizione umana e di capire tutto più nitidamente. Lo spettatore dormiente è, insomma, il perfetto interprete di un'opera d'arte.
Quell'ebbrezza lui la conosceva di certo, andava a teatro tutte le sere e ne scriveva sulle maggiori testate nazionali.
Il libro è appunto una raccolta di recensioni che è superfluo definire brillanti ed eclettiche, perchè Flaiano non scrive di teatro, lui annota i suoi pensieri come su un diario. Il discorso è che il diario di Ennio Flaiano è anni luce più interessante di qualsiasi Smemo io abbia mai potuto consultare.
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